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Formazione / Studi

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Studi

marzo 2016

I dati dell’Osservatorio nazionale del commercio evidenziano i primi deboli effetti di questo eccesso di capacità dell’of-

ferta nel dettaglio despecializzato alimentare, che nell’arco di seri anni, dal 2009 al 2015, ha perso il 3,4% della sua rete di

vendita.

L’aumento del canale ipermercati è determinato dalla diffusione dei superstore (unità di vendita fino a 5.000 mq) che

sono ricompresi in questa definizione, pur essendo profondamente diversi dagli ipermercati veri e propri per dimensioni, strut-

tura dell’assortimento e bacino di gravitazione commerciale.

“(…) Nell’ultimo decennio la Gdo italiana ha raggiunto una dotazione di superfici di vendita in linea con la media Ue.

L’aumento delle superfici commerciali, in un contesto di consumi in caduta, ha cagionato un calo della produttività potenziale

di oltre il 40% che obbliga a ripensare i modelli di sviluppo.

Nel 2014 la rete commerciale ha subito una contrazione, ma ancora molto timida e non adeguata a smaltire l’eccesso

di capacità distributive.

Nel segmento alimentare discount e superstore rimangono i formati maggiormente performanti, mentre si confermano

in difficoltà i grandi iper e gli esercizi di piccole dimensioni a libero servizio. Il mercato italiano della distribuzione alimentare si

conferma il più difficile d’Europa, con una redditività che crolla a seguito della crisi dei consumi (…)” (

Rapporto Coop 2015

Consumi e Distribuzione pagina 179

).

Il canale del dettaglio alimentare specializzato dimostra, invece, la sua vitalità imprenditoriale con un incremento del

numero di punti vendita nell’arco di tempo preso in esame.

I piccoli esercizi specializzati erano 121.149 nel 2009 e sono diventati 127.748 nel 2015 con una variazione del 5,4%.

“Il consumatore italiano in pochi anni ha rivoluzionato i propri criteri di scelta ed oggi chiede risparmio ed efficienza ma

anche maggiore servizio e nuove esperienze di acquisto… In un anno la famiglia media italiana frequenta circa 21 punti di

vendita alimentari, ma solo 6 di questi sono ipermercati o supermercati.

In realtà da molti anni ormai la classica dicotomia che contrapponeva la grande distribuzione (moderna?) da un lato ed

i piccoli esercizi tradizionali, dall’altro, si è trasformata in un sistema competitivo con una pluralità di soggetti, tutti diversamente

“moderni” che sempre più si orientano alla specializzazione” (

Rapporto Coop 2015 Consumi e Distribuzione pagina 200

).

Se anche sotto il profilo della visione di sistema uno dei più qualificati osservatori economici del commercio, come

Coop Italia, ha separato il concetto di moderno dal quello di grande forse è giunto il momento di guardare alla Pmi con mag-

giore realismo, smettendola di concentrarsi sui suoi limiti e guardando con maggiore fiducia alle sue potenzialità, ai vantaggi

che questo ampio segmento dell’universo imprenditoriale può cogliere adottando nuove modalità di gestione del business.

Tra queste non potrà essere trascurato il marketing digitale, un nuovo canale di comunicazione e un nuovo modo di

comunicare con la clientela, soprattutto, quella dei giovani dai 25 ai 45 anni, orientati ad utilizzare il web per raccogliere infor-

mazioni sui prodotti e sui punti di vendita, per procedere agli acquisti on line.

La quota del commercio on line nel settore alimentare è ancora piccola e lontana dai livelli raggiunti nel Nord Europa,

ma cresce velocemente e potrebbe diventare presto un efficace strumento di competizione.

“L’e-commerce è l’unico canale di vendita che negli anni passati ha fatto segnare incrementi a due cifre nonostante

uno scenario congiunturale ampiamente sfavorevole; con l’avanzamento tecnologico e la connettività mobile, le famiglie

hanno imparato ad utilizzare la rete per reperire informazioni sui prodotti, raccogliere l’esperienza di altri consumatori ed infine

anche a concludere l’acquisto (...).

In questi mesi Amazon, gigante della distribuzione commerciale on line, ha lanciato la sua sfida ai retailer della grande

distribuzione organizzata, con un servizio di consegna della spesa che assicura consegne lampo entro un’ora dall’ordine.

Anche per l’alimentare, che sino ad oggi è rimasto l’ultimo baluardo della distribuzione fisica, si annuncia l’era della digitalizza-

zione degli acquisti (…). Secondo gli ultimi dati disponibili circa l’1% delle transazioni elettroniche finisce nell’acquisto di generi

alimentari, siano essi freschi o lavorati (…)” (

Rapporto Coop 2015 Consumi e Distribuzione pagina 184 e 201

).

Conclusioni

Innovare nella piccola distribuzione specializzata alimentare non significa abbandonare la tradizione enogastronomica

del nostro Paese, ma utilizzare il nostro patrimonio di conoscenze e competenze per assecondare le nuove tendenze di con-

sumo sempre più attente al valore della salute, della tutela dell’ambiente e della riproducibilità delle risorse.