maggio 2016
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Studi
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Alla luce dei risultati dell’analisi trova conferma il carattere di eccessiva concentrazione dello sviluppo in alcune aree
del Paese e, segnatamente, nell’Italia Nord Occidentale e nella nostra Regione in particolare.
In una prospettiva di lungo periodo questa tendenza, da un lato, è destinata ad accentuare gli squilibri territoriali nella
dotazione di risorse per la crescita e, dall’altro lato, finisce per compromettere le possibilità di sviluppo dell’intero Paese.
Nella consapevolezza che gli ampi divari tra Nord e Sud richiedano tempo per essere ridotti in misura significativa è
necessario proseguire con maggiore intensità e vigore nella processo di riforma dei servizi e di potenziamento delle infrastrut-
ture pubbliche.
Simulazioni di impatto delle determinanti della produttività
Le azioni volte a migliorare l’efficienza della macchina amministrativa dello Stato, a contrastare l’illegalità, a migliorare
le infrastrutture della mobilità e a rendere più efficace e diffusa la formazione del capitale umano non danno buoni risultati solo
sul piano sociale, ma anche su quello economico, come dimostra l’esercizio di simulazione condotto sulle determinanti di pro-
duttività, ipotizzando l’effetto che una certa variazione degli indici di riferimento può esercitare sulla dinamica del prodotto inter-
no lordo di tutta la nazione.
L’input del modello è dato dal miglioramento degli indici presentati nella tabella della riduzione dei gap strutturali di con-
testo.
Nell’ambito del percorso di riforma della pubblica amministrazione in tutte le sue componenti si formula l’ipotesi che le
azioni intraprese abbiano consentito di ridurre gli indici di illegalità e di carico burocratico nella misura del 5% e di ottenere un
beneficio dell’indice di accessibilità con un incremento del 5%.
L’ultima ipotesi della simulazione concerne l’indice del capitale umano accreditato di un incremento dell’1% in conside-
razione della maggiore lentezza con la quale gli investimenti nella formazione producono i loro effetti sulle conoscenze e com-
petenze della forza lavoro.
L’effetto di questo miglioramento delle determinanti di produttività sulla dinamica del valore aggiunto, misurato a prezzi
costanti, è descritto nella seconda colonna in termini di variazione percentuale (Δ % Pil), nella terza colonna (Δ assoluta Pil) in
termini di variazione in miliardi di euro.
Il beneficio complessivo, l’incremento del prodotto interno lordo del 3,2% pari a 45,3 miliardi di euro, è ottenuto esclusi-
vamente con misure che modificano le determinanti della produttività e, quindi, senza alcun aumento dello stock di capitale o
della forza lavoro utilizzata.
Il modello misura il rendimento dei fattori produttivi a quantità costanti degli stessi, dimostrando che la loro attitudine a
generare ricavi migliora in misura considerevole quando si riducono i gap strutturali di contesto.