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Formazione / Studi

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Studi

maggio 2016

Risultati dell’applicazione del modello all’analisi regionale

Il modello econometrico di Confcommercio è stato applicato alla previsione della dinamica del valore aggiunto delle

diverse regioni e macro aree del Paese, ipotizzando a livello nazionale una variazione media annua dell’0,9% per le unità di

lavoro e dello 0,4% per lo stock di capitale.

In particolare si è ritenuto che nel biennio 2016-2017 il livello degli investimenti fissi lordi possa essere superiore alla

quota destinata agli ammortamenti, generando accumulazione di capitale.

La variazione media annua nazionale delle due variabili è stata disaggregata per macro area e regioni sulla base del

loro comportamento nel periodo 2008-2014.

In questa tabella le unità di lavoro e la dotazione di capitale sono le variabili indipendenti del modello econometrico,

costituiscono le ipotesi di partenza sulla cui base si sviluppa l’applicazione per definire l’effetto sulla variabile dipendente, il

valore aggiunto.

Il nostro Ufficio Studi confederale prevede, quindi, nel triennio 2015-2017 un incremento generalizzato della quantità di

lavoro impiegata con limitate differenze tra le macro aree del Paese, mentre la dinamica degli investimenti non è affatto omo-

genea dal punto di vista territoriale, con il Sud che vedrebbe ancora una volta diminuire il suo stock e le altre aree in crescita

tra lo 0,6% e lo 0,7%.

Nel 2015, primo anno del triennio, non sono ancora disponibili i dati ufficiali sul valore aggiunto per macro area e regio-

ne, ed il modello stima una crescita del prodotto dell’0,6% a livello generale, quale sintesi di andamenti differenziati all’interno

del Paese: una contrazione nell’area del Nord Est, una completa stasi del Mezzogiorno ed una crescita dell’0,6% nel Centro

Italia e dell’1,7% nel Nord Ovest.

All’interno di quest’ultimo ambito geografico spicca la performance della Lombardia con il suo 2,1%.

Fortunatamente nel biennio successivo la ripresa si rafforza, +1,6% nella media nazionale, e tutte le aree dell’Italia pre-

sentano andamenti di segno positivo.

In particolare si ridimensionano le distanze tra le tre macro aree di Sud, Centro e Nord Est, si conferma il passo più

lungo del Nord Ovest.

Il contributo della nostra regione allo sviluppo economico generale si accentua con un risultato del 2,4% nel 2016 e del

2,6% nel 2017.