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Formazione / Studi

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Studi

apr i le 2016

Nel canale despecializzato, infatti, il fatturato cresce dell’1,1% contro il più contenuto 0,8% della Lombardia, ma il diva-

rio si accentua, in particolare, nel settore non alimentare dove l’incremento di Milano e provincia è pari al 5,1% a fronte del

2,6% di tutta la regione. Solo nel segmento alimentare le cose vanno meglio in Lombardia rispetto alla nostra provincia, poi-

ché nella prima si registra una variazione positiva dell’0,4%, mentre nella seconda il volume di ricavi delle vendite diminuisce,-

0,5%.

È probabile che questo risultato sia correlato al più intenso processo di ristrutturazione e selezione del dettaglio spe-

cializzato alimentare, che sta riducendo il numero dei format tradizionali più velocemente della nascita di quelli innovativi.

Anche nel sistema dei servizi si irrobustisce la dinamica positiva del fatturato, che aveva iniziato a crescere nel 2014 e

che nel terzo trimestre del 2015 manifesta un incremento del 3,6%, quasi doppio a quello registrato nel secondo trimestre

(+1,9%).

Lo sviluppo è guidato dalle imprese operanti nel settore dell’ospitalità alberghiera e della ristorazione (+6,9%), ma sono

rilevanti anche i contributi dei servizi connessi al business del sistema imprenditoriale (+3,7%) e del commercio all’ingrosso

(+2,3%).

Accelera, invece, la dinamica negativa dei servizi alle persone che nel terzo trimestre 2015 esprimono una variazione

negativa del - 2,3%. In analogia con il quadro comparativo del commercio al dettaglio anche nel sistema dei servizi le perfor-

mance milanesi sono migliori di quelle lombarde, unica eccezione la flessione del segmento dei servizi alle persone, legger-

mente più pronunciata nel caso di Milano e provincia.

Conclusioni

Il ritorno alla crescita dopo sette anni di vacche magre è sicuramente una buona notizia per tutto il paese e per il siste-

ma delle imprese del terziario alle diverse scale territoriali (nazionale, regionale e provinciale), ma la recessione potrà essere

allontanata dalla nostra memoria collettiva solo quando la dinamica positiva delle vendite produrrà i suoi benefici effetti sulla

domanda di lavoro. Allo stato attuale i progressi sul fronte occupazionale attengono, soprattutto, al sensibile calo del monte

ore autorizzate dall’Inps per i trattamenti di integrazione salariale, che nel 2015 è sceso del 36%, dopo quattro anni di perma-

nenza intorno alla soglia di 1 miliardo di ore. La concorrenza internazionale costringe l’Italia, la nostra regione e il nostro terri-

torio provinciale a rinnovare rapidamente ampi settori della nostra economica, mentre i nuovi modelli di business si diffondono

con troppa lentezza per rimpiazzare interamente quelli obsoleti.