apr i le 2016
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Il report dell’Inps su questa materia non incoraggia, purtroppo, questa aspettativa.
Nel mese di gennaio 2016 le ore autorizzate per trattamenti di integrazione salariale in tutto il territorio nazionale sono
state, infatti, pari a 56.933.097 con un incremento del 12,8% rispetto al monte ore di gennaio 2015.
Su questo risultato ha influito negativamente l’andamento di due regioni, Piemonte e Lazio, che hanno evidenziato
l’aumento del loro monte ore in controtendenza con tutte le altre regioni del paese, da 5,2 a 21,3 milioni di ore il primo, da 3,6
a 11,1milioni di ore il secondo.
In analogia con le altre 18 regioni anche la Lombardia ha sperimentato una flessione di questo indicatore, passando
da 12.515.125 a 5.494.336 con una variazione di - 56,1%.
Si ridimensiona il ricorso alla cassa integrazione guadagni e si rafforzano i segnali di ripresa dei consumi e delle vendi-
te nel sistema dei servizi, tanto su scala nazionale, quanto su scala regionale e provinciale, ma è ancora presto per poterne
vedere gli effetti sul fronte del reddito e dell’occupazione.
Il quadro nazionale
“Il Mic di gennaio 2016 si è attestato su un valore stimato di 19,5 punti, stabile rispetto al mese di dicembre. La mode-
rata tendenza all’ampliamento dell’area del disagio sociale rilevata nell’ultimo bimestre riflette le difficoltà dell’economia ad
instradarsi su un sentiero di ripresa sostenuta atta a garantire miglioramenti significativi dei livelli occupazionali e reddituali
delle famiglie. Il quadro economico interno è, infatti ancora caratterizzato da alcuni elementi di discontinuità che impediscono,
pur in un contesto di graduale miglioramento degli indicatori, di creare opportunità di lavoro adeguate a ridurre in modo signifi-
cativo sia il numero di coloro che sono attivamente in cerca di un’occupazione (disoccupati ufficiali), sia di quanti per “scorag-
giamento” cercano un lavoro in modo più discontinuo” (Mic 34 dell’8 marzo 2016 - Ufficio studi Confcommercio pag. 1).
Il Misery Index di Confcommercio Imprese per l’Italia, indicatore di sintesi dell’inflazione e della disoccupazione, adotta
un misura appropriata di quest’ultima essenziale grandezza macroeconomica, considerando non solo il numero di coloro che
sono attivamente in cerca di un’occupazione (disoccupati ufficiali), ma anche il numero di quanti per “scoraggiamento” cerca-
no lavoro in modo più discontinuo.
A gennaio 2016 il tasso di disoccupazione estesa, disoccupati ufficiali e forze di lavoro potenziali, si attesta al 15,4%
contro l’11,5% della disoccupazione ufficiale, mostrando in serie storica un andamento, che non alimenta le speranze di una
rapida inversione di rotta e, quindi, di una riduzione della quota di lavoratori disoccupati e scoraggiati sul totale della forza
lavoro.