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Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli su La Stampa: così gli incentivi ai rinnovi sono un regalo ai pirati. La defiscalizzazione valga per i contratti più rappresentativi già rinnovati nel 2024 (anche solo per le tranche di aumenti che decorrono nel 2026)

Il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, interviene su la "La Stampa" in relazione al  primo comma dell'articolo 4 della nuova Legge di Bilancio che introduce la defiscalizzazione degli aumenti di stipendio corrisposti ai dipendenti del settore privato per effetto dei rinnovi contrattuali sottoscritti quest'anno ed il prossimo: "Nella manovra c'è giustamente la volontà di rafforzare il potere di acquisto dei lavoratori e sostenere la domanda interna, ma i conseguenti provvedimenti appaiono insufficienti a dare un impulso significativo ai consumi". Prosegue poi Sangalli: "La detassazione non può riguardare solo i rinnovi firmati dal 2025. Deve valere anche per i contratti maggiormente rappresentativi già rinnovati nel 2024, anche solo per le tranche di aumenti che decorrono nel 2026, cioè quelli del terziario, del turismo e della ristorazione e diversi altri Ccnl del terziario di mercato. Una misura che interesserebbe in tutto 5 milioni di lavoratori e che costerebbe poco più di 150 milioni".

E poi:"La detassazione deve riguardare solo i contratti collettivi nazionali firmati dalle sigle comparativamente più rappresentative, quelle che rappresentano realmente lavoratori e imprese e deve valorizzare senza ambiguità i principi di correttezza, trasparenza e legalità, oggi unicamente garantiti dai contratti collettivi nazionali firmati dalle sigle comparativamente più rappresentative. E un principio di correttezza ma anche un segnale di legalità rispetto al fenomeno del dumping contrattuale".

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03/11/25
Categoria: Area media

Tipologia: Scenario nazionale

 
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