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Confcommercio Milano per “Legalità, Mi Piace!”: il caso - Le mani dell ‘ndrangheta sull’economia lombarda ma gli anticorpi della società sono in grado di reagire

Sangalli: “virus mafioso pericolo reale. Rifiutare compromessi e denunciare con coraggio. Forze dell’Ordine e Confcommercio al fianco degli imprenditori minacciati”. Peserico: “tenere alta la guardia. Errore gravissimo scendere a patti con la criminalità nascosta e accettare offerte apparentemente convenienti” - Lombardia prima regione del Nord con 345 aziende confiscate. Il 70% a Milano Città Metropolitana - “Reati spia”: crescono le estorsioni denunciate. A Milano Città Metropolitana + 55,5% e + 44,4% in Monza Brianza (dal 2011 al 2016) - Presentati i dati dell’indagine, tratta da fonti istituzionali, sulle infiltrazioni mafiose nel sistema imprenditoriale (ricerca promossa in collaborazione con Cross, Osservatorio sulla Criminalità Organizzata Università degli Studi di Milano)

21/11/17 - 

Prima arrivano i loro soldi poi arrivano i loro metodi (Giovanni Falcone)

Parlatene della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene (Paolo Borsellino)


Milano, 21 novembre 2017. Come si calcola la presenza della ‘ndrangheta nell’economia lombarda? Quali sono i settori imprenditoriali che la ‘ndrangheta predilige?

In occasione della quinta edizione della giornata nazionale Confcommercio  “Legalità, Mi Piace!”, “Il rapporto mafia e impresa: il caso della ‘ndrangheta nell’economia lombarda” presentato oggi da Confcommercio Milano in collaborazione con Cross (Osservatorio sulla Criminalità Organizzata dell’Università degli Studi di Milano) mette a sistema dati da fonti ufficiali, inchieste e fatti avvenuti, aiutando a meglio comprendere il meccanismo d’infiltrazione del fenomeno mafioso nel nostro territorio.  

Un indicatore è certamente quello delle aziende che sono state confiscate. Poi, vi sono i cosiddetti “reati spia” per i quali non vi è la certezza assoluta della presenza mafiosa, ma che costituiscono un campanello d’allarme e possono essere ricollegati alla criminalità organizzata. L’indagine prende in esame l’estorsione, l’usura, i reati ambientali come gli incendi.

Il virus mafioso  – afferma Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Milano – è un pericolo reale e spesso nascosto nella nostra economia ma abbiamo gli anticorpi per combatterlo. In primis il rifiuto del compromesso e il coraggio della denuncia. Gli imprenditori non sono soli. Istituzioni, Forze dell’Ordine e organizzazioni come Confcommercio sono al loro fianco per ascoltarli, difenderli e sostenerli. L’importante è reagire. Il silenzio e la paura sono i migliori alleati della criminalità organizzata”. 

L’appuntamento che abbiamo promosso oggi, con il contributo di analisti e magistrati e la testimonianza diretta di imprenditrici e imprenditori che hanno avuto il coraggio di opporsi ai mafiosi  – ricorda Mario Peserico, vicepresidente di Confcommercio Milano per legalità e sicurezza – ha il significato di lanciare un messaggio preciso alle imprese: mai scendere a patti con il crimine organizzato che, in maniera anche insospettabile, si può avvicinare all’impresa. Accettare servizi e offerte che, a prima vista, possono apparire convenienti, è un errore gravissimo. Bisogna sempre tenere alta la guardia e denunciare”. 

AZIENDE CONFISCATE - Il dato sullo aziende confiscate è aggiornato a questo novembre (fonte Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata).

In Lombardia sono state confiscate 345 aziende, l’8,63% del totale italiano. La Lombardia è la prima regione del Nord per numero di aziende confiscate. 242 aziende (il 70% di quelle lombarde) sono state confiscate a Milano Città Metropolitana, 30 in Monza Brianza, 2 a Lodi. I settori d’attività delle aziende confiscate sono diversi: a Milano Città Metropolitana e Monza Brianza emergono le costruzioni seguite da commercio e servizi. A Milano Città Metropolitana, ad esempio, sono 53 le aziende di costruzioni confiscate; seguono attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, servizi alle imprese (48); commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione veicoli, beni personali, casa (39); altri servizi pubblici, sociali e personali (24) alberghi e ristoranti (24). 

Per quanto riguarda le tipologie aziendali, a Milano, Monza Brianza e Lodi per l’80% si tratta di società di capitali (in grande maggioranza srl).

ESTORSIONI – La fonte è l’Istat (dati aggiornati al 2016). In tutta Italia le estorsioni denunciate dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria sono, nel 2016, 9.568. In Lombardia si è passati da 873 reati per estorsione denunciati nel 2011 a 1.353 nel 2016 con una crescita del 55%. Aumento del 55,5% dal 2011 al 2016 per Milano Città Metropolitana (da 340 a 529 estorsioni denunciate) e del 44,4% per Monza Brianza (la crescita per la provincia di Lodi è dell’81,8%, ma con numeri molto bassi).

USURA – La fonte è l’Istat (dati aggiornati al 2016). Dopo Emilia Romagna e Campania, la Lombardia è al terzo posto con 46 casi di usura denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria: + 27,8% in un anno, + 21,1% in cinque anni. Circa un terzo dei casi di usura denunciati nella nostra regione proviene da Milano, Monza Brianza e Lodi. Rispetto al 2015 calano a Milano (3 in meno), crescono in Monza Brianza (4 in più), sono costanti a Lodi.

INCENDI – Fonti: Istat e Ministero dell’Interno (dati aggiornati al 2016). L’analisi non riguarda gli incendi boschivi, ma quelli a imprese, beni immobili e mobili denunciati dalle Forze dell’ordine all’Autorità giudiziaria. Con 602 incendi denunciati, la Lombardia è la seconda regione in Italia dopo la Puglia. Gli incendi nella nostra regione sono in calo: del 7,7% in un anno e del 38,1% in cinque anni. Oltre la metà degli incendi (53,48%) riguarda Milano Città Metropolitana (268), Monza Brianza (44) e Lodi (in quest’ultima provincia, seppur con numeri bassi, vi è stato un forte incremento dal 2015 al 2016: da 1 a 10).

LA RAMIFICAZIONE DELLA ‘NDRANGHETA SUL TERRITORIO – Le “locali” della ‘ndrangheta (“locale” è la struttura organizzativa degli affiliati) sono concentrate in particolare nella zona ovest della Lombardia: Pavia, Milano, Monza Brianza, Varese, Como e Lecco, ma questo non significa che nelle altre province non vi sia la ‘ndrangheta. E’ numerosa, nei comuni di Milano Città Metropolitana e Monza Brianza la presenza di famiglie della ‘ndrangheta  (fonte: Cross).

MAI SCENDERE A PATTI. DENUNCIARE SEMPRE - In particolare nei territori di Milano Città Metropolitana e Monza Brianza, vi sono le condizioni ideali per l’utilizzo e il reimpiego di capitali d’origine illecita. L’economia mafiosa presidia di norma imprese in mercati legali in cui sono richieste una tecnologia non elevata e competenze fondamentalmente esecutive; imprese di media-piccola dimensione che si caratterizzano per una bassa difficoltà gestionale e finanziaria (più sfuggevoli agli organi di controllo). Imprese che applicano le norme e dialogano con la pubblica amministrazione accettando in apparenza la concorrenza.

Ma il mafioso conquista anche le imprese “sane”: avvicina i titolari e corrompe i professionisti. Ma può anche capitare che sia l’imprenditore ad esporsi alla contaminazione della ‘ndrangheta per più ragioni: guadagni sicuri, abbattimento dei costi, stare sul mercato in tempi di crisi. Ed è la necessità di risorse finanziarie che apre le porte dell’impresa “sana” ai gruppi criminali.

Link ai dati: grafici e tabelle


Link a “Il rapporto mafia e impresa: il caso della ‘ndrangheta nell’economia lombarda”

 

 Ufficio stampa Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza – 027750222 – relazioni.esterne@unione.milano.it


Allegati:
Scarica il comunicato stampa in pdf

 
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