Per l'Expo, l'ufficio studi di Confcommercio prevede (come valutazione di minima) almeno 8 milioni di arrivi dall'estero e 29 milioni di notti nelle strutture ricettive. Una maggiore presenza turistica che dovrebbe tradursi in 2,5 miliardi di euro di consumi "straordinari". Tradotto in percentuali sul Pil, questo significa fino a un apporto positivo dello 0,3%, in sostanza il 25% della crescita complessiva prevista.
Gli ultimi giorni di Expo coincideranno con l'avvio del Giubileo a Roma: anche se sono stime approssimative, l'impatto sul Pil del 2016 dovrebbe essere pressoché equipollente, tra lo 0,2 e lo 0,3 per cento aggiuntivo. Entrambe le manifestazioni dovrebbero rappresentare, in termini di spesa per consumi nel nostro paese, un valore superiore al Giubileo del 2000.
Dal rapporto emerge che il turismo nel 2014 ha pesato per il 17,4% del Pil e per Sangalli è "un driver potente, da sostenere e valorizzare adeguatamente, per una maggiore produttività all'interno del Paese e, in particolare, del Mezzogiorno, vera nota dolente rispetto a una prospettiva di crescita".
"Un Sud più dinamico - ha aggiunto - che contribuisca con i servizi di mercato e il turismo alla crescita dell'Italia, sarà il segnale concreto che una nuova stagione si apre per la nostra economia e la nostra società".Ci sono però fattori che frenano il settore, tra cui la tassa di soggiorno. Il turismo nel nostro Paese è un settore importantissimo che "inizia già con la porta spalancata - ha spiegato Mariano Bella, direttore del centro studi di Confcommercio - ma l'imposta di soggiorno è autolesionismo puro, un dazio al contrario, e come tale va abolita".
27/03/15