Il Para Biathlon è uno sport invernale, praticato da persone con disabilità fisiche o visive, che combina tiro a segno e sci di fondo.
I biatleti partecipano alle competizioni suddivisi in base al tipo e al grado di disabilità. In questo modo coloro che hanno la stessa disabilità gareggiano insieme. La classificazione, stilata dal Comitato Paralimpico Internazionale, suddivide gli atleti in tre gruppi: disabili visivi (visually impaired), in piedi (standing) e seduti (sitting).
Gli atleti compresi nel primo gruppo, ossia coloro che sono affetti da cecità o ipovisione, utilizzano l’attrezzatura tradizionale dello sci di fondo e sono accompagnati da una guida lungo la pista da sci. Al poligono usano un fucile elettronico dotato di un dispositivo di puntamento acustico. Man mano che il mirino si avvicina al centro del bersaglio, il fucile emette toni sempre più alti. Così facendo l’atleta può regolare il puntamento basandosi sui suoni che sente.
Gli atleti con disabilità fisiche, che sono in grado di utilizzare due sci, e coloro che hanno una disabilità agli arti superiori, che sciano senza bastoncini o con un bastoncino solo, appartengono al gruppo in piedi. Una volta giunti al poligono, danno le direttive al proprio allenatore su quando premere il grilletto.
Al gruppo seduti, invece, appartengono gli atleti che non sono in grado di reggersi sugli sci. Per gareggiare utilizzano uno slittino, detto sit-ski, formato da un sedile montato su due sci di fondo.
Il biathlon è diventato sport paralimpico nel 1988, a partire dai Giochi Paralimpici invernali di Innsbruck. Potevano gareggiare solo gli atleti con disabilità fisica. Gli atleti con disabilità visiva hanno cominciato a partecipare alle gare solo nel 1992 ad Albertville, mentre le competizioni femminili sono state introdotte alle Paralimpiadi di Lillehammer nel 1994.
05/10/21