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Il bilancio di un grande evento come l’Esposizione Internazionale del Sempione - tenutasi nel 1906 a Milano tra il 28 aprile e l’11 novembre - conteneva cifre importanti: 12-13 milioni di lire le spese, altrettanti milioni il reddito previsto. I costi vennero finanziati tramite obbligazioni, concessioni e una lotteria. Alla fine i guadagni, grazie all’afflusso di visitatori stimato tra i 5 e i 12 milioni, ammontarono a 121.321 lire, versati poi al Comune di Milano per il restauro del Castello Sforzesco. 

Il sito espositivo occupava complessivamente circa un milione di metri quadrati, tra il parco del Castello Sforzesco e la Piazza d’Armi. 285mila metri quadrati vennero destinati agli edifici coperti, tra gallerie, padiglioni e chioschi. Il parco Aerostatico, uno delle più grandi attrazioni dell’Esposizione, occupava da solo 30mila metri quadrati. 

Si calcolava che sarebbe occorsa una “marcia” di 25-30 chilometri nel caso un visitatore intendesse girare tutte le Gallerie presenti nel sito espositivo. 

Il perimetro complessivo del sito era lungo 4600 metri, segnato da uno steccato realizzato in legno e ferro.

Le due zone dell’area in cui si svolgeva l’Expo erano collegate da una ferrovia elettrica sopraelevata lunga circa 1220 metri, che trasportò in tutto 6 milioni di passeggeri nel corso della manifestazione. 

All’Expo parteciparono tra le 24 e le 26 nazioni, tra cui: Austria, Ungheria, Germania, Francia, Svizzera, Inghilterra, Olanda, Portogallo, Turchia, Canada, Cina, Russia e Giappone. 

Vennero costruiti tra i 220 e i 225 edifici, di cui 120 padiglioni, realizzati in legno, pietra e ferro in modo da essere facilmente smantellati al termine della manifestazione. Solo l’Acquario di viale Gadio, tuttora visitabile, rimase in piedi al termine dell’Expo del Sempione. 

Il grande evento del 1906 di portata internazionale diede lavoro a molte migliaia di persone, a partire dalla manodopera: dal marzo 1905 furono impiegati 5mila operai, per un totale di un milione e mezzo di giornate di lavoro. 

Il Comitato organizzativo impiegò, a partire dal 1901 - quando il progetto era ancora allo stato embrionale -  circa 800 persone: 120 impiegati di vario grado negli uffici centrali, 50 impiegati nel “basso personale” e circa 600 persone nel corpo di sorveglianza e custodia. 

L’Ufficio Tecnico dell’Esposizione del Sempione, diretto da Paolo Taroni, impiegò nel biennio 1905-1906 circa 80  persone: 25 ingegneri, 15 assistenti, una dozzina di disegnatori, una dozzina di canneggiatori, stenografe e dattilografe, portieri e fattorini. 

Circa 1500 uomini si dedicarono alla sicurezza all’interno del sito espositivo: 600 tra guardie e carabinieri - 400 in Piazza d’Armi e 200 al Parco – a cui andavano aggiunti i reparti del Corpo Pompieri municipali che occupavano le caserme appositamente costruite all’interno del sito espositivo. 

Secondo le stime dell’epoca, oltre 2.500 persone trovarono lavoro nei ristoranti, bar, birrerie e caffè dei presenti all’interno del sito espositivo. 

Inoltre, durante i mesi di apertura dell’Esposizione, vennero impiegati 1.200 operai in servizio continuo attorno alle macchine, in funzione, della Galleria del Lavoro: una vera fabbrica in attività. 

Se consideriamo l’indotto generato dall’Expo su Milano, la Camera del Lavoro calcolava che 25-28mila “carpentieri e affini” - tra falegnami, pavimentatori, decoratori, stuccatori, etc. – erano stati impiegati per almeno 20 mesi nelle opere dell’Esposizione, per un totale di 7 milioni e mezzo di giornate di lavoro. 

A Milano, secondo le stime, si organizzarono durante il periodo dell’Expo oltre 120 Congressi che attrassero in città qualcosa come 300mila persone. 

Di conseguenza, notevole fu anche il movimento di passeggeri sui treni: secondo la direzione compartimentale di Milano di Fs a Milano Centrale erano transitati 18milioni di viaggiatori durante l’Esposizione, contro i 6 milioni dello stesso periodo del 1905. Le spedizioni “a grande velocità” erano cresciute del 15%, così come il movimento merci a piccola velocità negli scali milanesi. 

Altissimo anche il volume del materiale cartaceo prodotto dagli uffici dell’Expo. Durante i primi sei mesi di attività, il solo ufficio “Pubblicità e Stampa” diretto da E. A. Marescotti, aveva diramato circa 3mila comunicati ai giornali italiani e circa 20mila alla stampa estera. Vennero spedite anche circa 200mila programmi e 50mila circolari, di cui 15mila solo per la Galleria del Lavoro. 

Dell’Expo del 1906 conosciamo anche altri dati tecnici, tra cui la lunghezza complessiva delle tubature che si aggirava tra i 14 e i 15 chilometri: 1100 metri di tubature per lo scolo dell’acqua piovana, più di 4km di tubazioni per le “acque nere” - servizio di ristoranti, closets, etc. -, circa 700 metri di tubazione per le fontane e, infine, 8mila metri di tubi per fornire di acqua potabile le gallerie, i chioschi, ristoranti e uffici. 

Tra ferrovie e tram all’interno dello spazio espositivo si estendevano tra i 24 e i 25 chilometri di binari. 

Solo per la Piazza d’Armi erano stati impiegati 20 mila metri cubi di ghiaia per la sistemazione delle spinate, delle strade e delle strade, e vi erano state trasportate 1200 piante di alto fusto per abbellire l’area. Per quanta riguarda il legname, erano stati scaricati ben 10 mila vagoni, per un totale di circa 40mila tonnellate.

“Il consumo per l’Esposizione fu tale, che in un anno il prezzo del legname sul mercato è salito da lire 54 al metro cubo a lire 75”, scriveva il professore E. Mercatali sul giornale Varietas. 

Un’ultima curiosità: il “quartiere del Cairo”, un vero quartiere egiziano “vivente” all’interno del sito espositivo, occupava oltre 4mila metri quadrati e aveva una popolazione “locale” di circa 200 persone e 150 quadrupedi. 

Insomma, grandi cifre per un grande evento di portata internazionale che ebbe un notevole successo e che segnò la storia di Milano.

 

Fonti: 

Giuseppe M. Longoni, Dalla Mostra del Sempione alla Fiera. Alcune riflessioni su Milano e le esposizioni, in Milano e l'Esposizione internazionale del 1906. La rappresentazione della modernità, a cura di P. Audenino, M. L. Betri, A. Gigli Marchetti, C. G. Lacaita, Franco Angeli, 2008.

E. A. Marescotti e Ed. Ximenes, Milano e l’Esposizione Internazionale del Sempione, 1906: cronaca illustrata dell’esposizione, Milano, Fratelli Trevis Tip. Edit., 1906, n. 13 e 42.

Claudio Salsi, La raccolta delle stampe di Achille Bertarelli e l’Esposizione del 1906, in Milano verso il Sempione. La città di Napoleone e della Belle Epoque. Viaggio nella storia dell’arte e nel paesaggio, a cura di Roberta Cordani, Milano, Celip, 2006.   

 

 Mario Stroppa, Exposition internationale de Milan - 1906. Manifesto, Milano, G. Ricordi, 1906.

 

 

 

31/03/14
Categoria: Impresa e Istituzioni

Tipologia: Scenario nazionale

 
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