L'Informatore

ot tobre 2018 217 Formazione Formazione / Studi Si calcola, infatti, che su 366,6 miliardi di risorse erogate per i Fondi strutturali europei nel periodo 2014-2020 siano stati 210,2 miliardi, il 57,3%, i contributi affluiti alla parte orientale dell’Europa. Il Sole-24Ore nel suo articolo di maggio di quest’anno sullo scenario 2021-2027, rileva che lo sbilanciamento delle risorse verso est si attenua in virtù di una maggiore attenzione alle difficoltà dei paesi dell’Europa meridionale. Complessivamente le risorse assommano a 329,5 miliardi, -10,1% rispetto a quelle del periodo precedente, men- tre quelle destinate ai paesi dell’Est risultano pari al 52,9% del totale con una riduzione dei fondi erogati, che spazia dal -25% al -12% a seconda del paese considerato. Nel prossimo ciclo di sei anni l’Italia dovrebbe poter contare su 38,6 miliardi con un incremento del 6,6% rispetto alla dotazione finanziaria degli anni 2014-2020. La possibilità di un maggior sostegno pubblico agli investimenti delle imprese nel campo della formazione è sicura- mente una buona notizia, ma non esaurisce il quadro dei fattori che possono sviluppare la partecipazione delle imprese e dei lavoratori all’attività formativa. Conclusioni “Una maggiore attenzione verso la domanda consentirebbe di creare nei contesti lavorativi spazi organizzativi adatti all’esplicitazione dei talenti e alla generazione di processi prodotti innovativi” (XVII Rapporto sulla formazione conti- nua, pag.130). La ricerca deve essere posta all’origine del processo di costruzione del servizio di formazione quale strumento essenziale per conoscere i percorsi di innovazione che le imprese devono intraprendere per essere più competitive e aumentare la produttività del proprio capitale umano. L’investimento nell’analisi dei fabbisogni formativi e della domanda, nella selezione dei docenti, nella progettazione dei contenuti didattici non può essere considerato solo un costo necessario, ma deve essere visto come un’opportunità. Il maggior onere di investimento nella fase iniziale, che questa impostazione comporta, può essere coerente alla realizzazione di un prodotto formativo di successo se il suo valore più elevato giustifica un premio di prezzo per l’azienda che lo utilizza, oppure se è in grado di coinvolgere una platea di utilizzatori più ampia, generando un monte ricavi suffi- ciente ad assorbire i costi e garantire un’adeguata redditività. Naturalmente questo modello di produzione del servizio formativo funziona se l’ente di formazione può contare sulla collaborazione sistematica dell’associazioni imprenditoriali e dei sindacati dei lavoratori, che costituiscono un osser- vatorio privilegiato nel mondo delle imprese e del lavoro. L’articolazione territoriale e settoriale di queste strutture organizzative rappresenta, infatti, il contesto adatto a far emergere ispecifici fabbisogni formativi delle aziende e le esperienze pilota, importanti per i loro potenziali benefici sulla progettazione di nuovi corsi di formazione. Confcommercio Milano Lodi Monza Brianza è già impegnata in questo compito di fondamentale collegamento tra i bisogni delle imprese associate e gli enti formatori preposti a sviluppare l’attività di qualificazione capitale umano. Nei prossimi anni la sua capacità di analisi della domanda e di anticipazione dei fabbisogni potrà rivelarsi decisiva nel percorso di innovazione e nel processo di recupero di produttività delle imprese del terziario di Milano, Lodi e Monza Brianza.

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