L'Informatore

marzo 2018 Studi Formazione / Studi 120 In questa prospettiva un tema di assoluta rilevanza per le decisioni strategiche delle Pmi del terziario è la dinamica demografica nel periodo 2015-2065 secondo le proiezioni del nostro Istituto nazionale di statistica. Lo scenario di previsione indica una riduzione della popolazione complessiva di quasi 15 milioni di unità (il 25% dell’attuale patrimonio demografico del paese) per effetto del saldo naturale cumulato del periodo 2015-2065, la differenza tra nascite e decessi in tutto l’arco di tempo considerato. L’ampia contrazione del numero di abitanti si dimezza da 14,9 a 7,3 milioni di persone grazie al positivo saldo migratorio con l’estero. Le proiezioni Istat prospettano fortunatamente uno scenario diverso per la nostra Regione con una popolazione stabile intorno ai 10 milioni di unità (10.008.349 nel 2016, 10.213.229 nel 2065) a causa dei maggiori flussi migratori stra- nieri che interesseranno le aree più ricche del paese, tra cui la Lombardia occupa una posizione di primo piano. Anche l’economia lombarda dovrà, tuttavia, fare i conti con gli effetti che l’invecchiamento demografico e l’immigra- zione straniera produrranno sulla struttura dei consumi privati e sulla spesa pubblica per la previdenza, la sanità, l’istruzio- ne e le politiche sociali. Le sfide dell’ambiente mercato per le Pmi del terziario Negli ultimi anni Unione Confcommercio MI LO MB ha dedicato particolare attenzione alle start up e ai processi di riorganizzazione delle Pmi del terziario di mercato, sollecitata da giovani neoimprenditori alla ricerca di occasioni di busi- ness nel settore dei servizi e da imprenditori attivi da tempo nel mercato, che vogliono diversificare la loro attività per migliorare i risultati in termini di ricavi e, soprattutto, di utili. Spingono in questa direzione le difficoltà di accesso al mercato del lavoro dei giovani, l’acuirsi e prolungarsi delle fasi recessive e la debolezza delle fasi di ripresa che caratterizzano l’economia, la globalizzazione dei mercati che ha favorito le imprese di larga scala e la loro penetrazione di mercato ai danni del sistema delle micro aziende. Diminuisce il numero dei lavoratori autonomi in Lombardia e nel nostro territorio di riferimento proprio per l’espan- sione delle attività gestite da aziende di larga scala, ma, nello stesso tempo, nascono nuove tipologie di business, che inseguono l’evoluzione della domanda e i rapidi mutamenti della tecnologia. In questo processo si inserisce in maniera sempre più evidente l’imprenditoria straniera, in particolare quella di ori- gine asiatica, che tende a concentrarsi nelle grandi aree metropolitane del Centro-Nord, privilegiando il posizionamento nella fascia bassa di qualità/prezzo al servizio dei bisogni della popolazione con ridotta capacità di consumo, che è molto diffusa tra le famiglie di origine straniera, ma riguarda anche numerosi nuclei familiari italiani. A dispetto di un tasso di crescita medio annuo del Pil compreso tra l’1% ed il 2% il panorama degli investimenti e, purtroppo, delle operazioni di disinvestimento appare tutt’altro che statico. Le difficoltà sul fronte della domanda e su quello della concorrenza inducono, infatti, diversi piccoli operatori del terziario di mercato a riflettere sulle loro scelte, a chiedersi quale possa essere l’impostazione del business più adatta ad affrontare il mercato nel medio e lungo periodo. Ufficio Studi di Unione Confcommercio MI LO MB può fornire supporto alle decisioni di investimento di questi imprenditori, mettendo a disposizione del sistema associativo il patrimonio di informazioni e previsioni elaborato dai princi- pali istituti di statistica ricerca del paese. In questo percorso il primo essenziale passaggio è diffondere le conoscenze all’interno dell’Organizzazione stessa, coinvolgendo le associazioni territoriali e le associazioni di categoria, gli enti collegati, le direzioni secondo le forme e le modalità che la segreteria generale definirà per ottimizzare la comunicazione e l’interazione tra le diverse componenti. Occorre poi focalizzare l’attenzione sulle tendenze principali del mercato, tanto dal lato della domanda quanto dal lato della concorrenza, avendo sempre presente l’ambito territoriale in cui la nostra Organizzazione opera e, quindi, le sue specificità rispetto al quadro regionale e nazionale. Oggi non mancano certo le informazioni sulle tendenze emergenti nel mercato, si sono moltiplicate le fonti di diffu- sione di dati, vi è maggiore attenzione nel pubblico dei lettori e degli utenti, ma si avverte l’esigenza di una sintesi, che consenta di orientarsi nel fluire delle notizie in tema di consumi, concorrenza, nuovi prodotti e nuovi servizi.

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