L'Informatore

maggio 2018 Studi Formazione / Studi 148 I negozi fisici devono, quindi, muoversi nella direzione opposta, proponendo un servizio personalizzato e persona- lizzabile, fatto su misura per ogni tipo di richiesta, una strategia estranea alla filosofia del centro commerciale negli Stati Uniti, che secondo Forbes rappresenta l’antitesi della moderna esperienza di acquisto per la sua assoluta impersonalità. La responsabilità della severa crisi dei centri commerciali Usa non è imputabile all’e-commerce, quanto all’eccesso di offerta, che ha finito per accelerare l’obosolescenza di questo format. I dati dimostrano che le proporzioni di questo squilibrio sono molto più ampie di quelle che si manifestano al di qua dell’oceano e, quindi, non bisogna commettere l’errore di assumere lo scenario distributivo americano come punto di rife- rimento dell’evoluzione futura del commercio al dettaglio in Europa e, tanto meno, in Italia. Sta cambiando il paradigma del comportamento di acquiisto, un percorso di trasformazione che investe la funzione commerciale in quanto tale, quale sia la scala operativa con la quale viene esercitata o la tipologia di vendita prescelta. Le Pmi della distribuzione al dettaglio indipendente devono esserne pienamente consapevoli per giocare nel migliore dei modi le loro carte. Comprendere la logica del nuovo modello di acquisto del consumatore significa, infatti, porsi nella condizione migliore per valorizzare i propri punti di forza e raccogliere la sfida delle imprese di grande scala, che fanno della standar- dizzazione del prodotto/servizio la loro arma vincente. Distribuzione al dettaglio: l’Europa non è l’America Il grafico rappresenta con un istogramma la ripartizione dei mall Usa ( le gallerie degli shopping center) in funzione del rischio di chiusura, partenda da quelli di classe A++, 37 mall, cpn redditività a rischio zero fino ad arrivare a quelli di classe D, che presente il livello di rischio più elevato. I risultati del rating, fondato sono una serie di parametri che includono isocrona, posizionamento e regione di appartenenza, mostra come la distribuzione inizialmente normale stia traslando verso la coda destra, quella dei rating negativi, che ormai racchiudono poco meno di un terzo del totale dei mall superstiti (31%).

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