L'Informatore

giugno 2018 Studi Formazione / Studi 132 Il modello econometrico per la previsione della dinamica del valore aggiunto a livello regionale prospetta per la Lombardia una crescita superiore alla media nazionale, risultato coerente all’andamento di questa variabile nel passa- to, all’esistenza di caratteri strutturali specifici della nostra economia e al quadro più favorevole delle esternalità relative all’efficienza della pubblica amministrazione e alla qualità del capitale umano. Il ruolo del terziario e la sua valenza tecnologica, il rilevante apporto delle imprese di maggiori dimensioni dell’ industria e dei servizi, il maggior grado di apertura dell’economia agli scambi con l’estero e agli investimenti delle imprese straniere in Italia, la più ampia disponibilità di reddito delle famiglie lombarde costituiscono alcuni dei più importanti caratteri dell’economia, che la espongono ai rischi della competizione globale, ma, nello stesso tempo, le assicurano una capacità crescita dei fattori produttivi e della produttività totale superiore a quella dell’Italia nel suo com- plesso. In questo panorama è importante capire, con l’aiuto dei dati sull’occupazione per settore e classi di addetti, il ruolo che l’area metropolitana milanese gioca nello sviluppo dell’economia lombarda, non per sottolineare un primato di tipo quantitativo, ma per essere più consapevoli dell’identità economica delle province di Milano Lodi e Monza Brianza e del loro specifico contributo alla crescita complessiva della Regione e alla valorizzazione delle relazioni con le sue molteplici, vitali componenti. L’identità dell’economia lombarda Il confronto Lombardia e Italia nella dinamica del valore aggiunto è ovviamente riferito alle sue variazioni medie annue reali, ossia depurate dalla svalutazione della moneta. Negli anni 2001-2007 il valore aggiunto della nostra ragione cresce solo di due punti decimali in più rispetto alla media nazionale, 1,3% contro 1,1%. Nel periodo 2008-2014, quello della più grave recessione sperimentata dalla nostra economia nella sua lunga storia, il divario si dilata con una contrazione del -1,1% in Italia e del -0,4% in Lombardia.

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