Covid: l’allarme di Confida agli Stati Generali del Vending. Distribuzione automatica, crollo dei consumi e nessun aiuto
3.000 aziende e oltre 42.000 lavoratori con l’indotto. Non basta l’emergenza sanitaria: dai criteri ministeriali seri ostacoli al servizio nella Pubblica Amministrazione
L’emergenza sanitaria del Covid con le decisioni del Governo e le ordinanze regionali: un combinato disposto che sta mettendo in ginocchio la distribuzione automatica. Settore che, in Italia si compone di 3.000 aziende e circa 30.000 lavoratori (a cui si aggiunge un indotto di altri 12.000). Secondo Confida - l’Associazione Italiana Distribuzione Automatica aderente a Confcommercio che ha lanciato l’allarme agli Stati Generali del Vending - il comparto è arrivato a perdere, ad aprile, anche il 70% del fatturato e, dopo una breve ripresa, a partire da ottobre sta di nuovo crollando a picco.
A pesare sulle condizioni del settore è il forte calo delle consumazioni (-33,79% la perdita progressiva dei primi sei mesi, con stime ancora più gravi per il periodo della prima ondata Covid) nei luoghi dove il vending è più forte, e la mancanza di aiuti dallo Stato che non ha incluso il settore nel cosiddetto DL Ristori Bis.
Nei primi sei mesi dell’anno, secondo i dati Confida elaborati da Ipsos, le principali categorie di consumazione del vending hanno subito un forte calo rispetto allo stesso periodo del 2019: sono stati venduti il 27,51% in meno di caffè e il 42,98% in meno di bottigliette d’acqua. Consumi quasi dimezzati (-46,52%) per gli snack salati e netta diminuzione delle vendite (-38,61%) anche per quelli dolci.
A questa situazione si aggiungono i canoni concessori e demaniali che le imprese devono pagare per installare i distributori automatici nel settore pubblico (anche se le macchine sono ferme) e alcune iniziative ministeriali che rischiano di deprimere ancor più i consumi.
Il Ministero dell’Ambiente ha, per esempio, redatto una prima versione di CAM (Criteri Ambientali Minimi), linee guida che condizioneranno gli acquisti del servizio di somministrazione di alimenti e bevande tramite distributori automatici: i criteri indicati nella prima bozza ministeriale - rileva Confida - rischiano di rendere impossibile il servizio del vending in tutta la Pubblica Amministrazione.
Confida, con il presidente Massimo Trapletti, ha chiesto che il Governo si impegni a prendere misure a favore del comparto come la Cassa integrazione Covid-19 in deroga giornaliera, l’inserimento del settore tra quelli sostenuti dai Ristori, il credito d’imposta al 70% dell’importo dei canoni concessori per l’anno 2020-2021, la messa in campo di contributi a fondo perduto per investimenti in innovazione, digitale e sostenibilità e la riduzione dell’aliquota Iva del vending dal 10% al 4% per il 2021.
Senza queste misure, si aggraverebbe la già critica situazione di un settore in cui l’Italia è leader a livello internazionale. Il nostro Paese, infatti, è primo in Europa per numero di vending machine installate (oltre 820 mila), seguito da Francia (590 mila), Germania (545 mila) e Inghilterra (421 mila). Il settore, nel 2019, erogava oltre 6 miliardi di consumazioni l’anno (di cui quasi 5 miliardi nel solo mercato automatico).
Il comunicato stampa di Confida
13/11/20