Musica d’ambiente e diritto d’autore: scenario e opzioni senza più l’accordo SIAE LEA/Soundreef
Gli esercizi commerciali, per diffondere musica nei propri locali, devono pagare i diritti di autore e i diritti connessi Se inizialmente, per essere in regola con l’utilizzo di un’opera protetta dal diritto di autore, bastava pagare SIAE (+ SCF per il diritto connesso, che remunera produttori ed esecutori), adesso, in considerazione del fatto che ogni autore può rivolgersi liberamente ad una società di collecting, non è più così. In Italia, l’altro operatore che gestisce il pagamento dei diritti d’autore è l’associazione Lea con la quale Siae, al fine di semplificare la gestione dei pagamenti dei diritti d’autore ha siglato un accordo in vigore fino al 1° luglio.
Dopo questa data, visto che l’accordo non è stato rinnovato, la quota SIAE per la musica d’ambiente non copre più il repertorio musicale rappresentato da LEA; gli operatori dovranno quindi pagare una quota aggiuntiva alla stessa LEA.
La cessazione degli accordi tra SIAE e LEA, lascia gli operatori, in particolare quelli che non hanno pagato SIAE per il 2022, in una situazione di incertezza.
Le imprese hanno tre possibilità:
- diffondere musica senza controllare di quale repertorio faccia parte (SIAE o LEA)
- Controllare scrupolosamente ciò che si diffonde, valutando se pagare SIAE o LEA in base ai propri orientamenti, alla tipologia del proprio business e ai propri gusti
- avvalersi di un servizio di radio in store che verifichi il repertorio utilizzato
1) Continuare a diffondere musica senza controllare di quale repertorio faccia parte (SIAE o LEA)
In questa situazione, pagare solo SIAE non mette l’imprenditore al riparo dai rischi, perché LEA che rappresenta circa 26mila autori, compositori ed editori in Italia e 43mila in tutto il mondo e si sta attrezzando con una rete di rilevatori/ispettori (inferiore rispetto alla struttura SIAE, ma focalizzata in territori/categorie/utilizzatori di grandi dimensioni).
Le imprese che hanno già pagato SIAE per il 2022 potrebbero rispondere, a eventuali solleciti di pagamento di LEA, di aver già pagato SIAE per un repertorio che comprendeva anche quello di LEA, e invitare LEA, come indicato anche dall’AGCOM, a contattare Confcommercio per concordare condizioni tariffarie di licenza eque per gli anni a venire.
Purtroppo però, questa scelta, potrebbe non mettere al riparo da eventuali cause da parte di LEA anche perché, in mancanza di una modifica normativa o di un accordo tra le collecting, la stipula di una eventuale convenzione anche con LEA (e con le altre società di collecting che col tempo si affacceranno sul mercato italiano) non risolverebbe alla radice del problema, perché l’impresa sarebbe comunque costretta a pagare due o più volte importi che spesso sono sganciati dall’effettivo peso degli autori gestiti, con il risultato che l’operatore si troverebbe a pagare di più.
2) Controllare scrupolosamente ciò che si diffonde, valutando se pagare SIAE o LEA
Gli operatori possono controllare i repertori delle due società di collecting sui rispettivi siti web: https://www.siae.it/it/archivioOpere,
https://leamusica.soundreef.com/it/catalog,
Questa soluzione è però non alla portata di un non addetto ai lavori, ed è peraltro impossibile da adottare se si diffonde musica dalla radio o da altra fonte randomica
3) Avvalersi di un servizio di radio in store che verifichi il repertorio utilizzato.
Nel 2019, Confcommercio ha lanciato a livello nazionale il servizio “Confcommercio Radio in Store (con M-Cube di Trieste che dovrebbe rivedere al ribasso le tariffe dal prossimo anno). Il servizio propone automaticamente repertorio solo SIAE, rendicontandolo, in caso di bisogno, senza alcun intervento da parte dell’imprenditore.
Il servizio, analogo a quello utilizzato dai supermercati, oltre a risolvere il problema del collecting multiplo, permette ad ogni imprenditore di gestire la musica d'ambiente trasmessa nel suo negozio, definendo mix di playlist e scegliendo, pertanto, un mood coerente con il suo posizionamento commerciale, modificabile in ogni momento della giornata. Lo strumento permette anche di gestire spot commerciali personalizzati ("scopri l'angolo della marca X, oggi in offerta", "vieni a trovarci anche il sabato pomeriggio", "questo negozio partecipa alla notte bianca, ti aspettiamo", ecc.).
Avvalendosi di questa soluzione (e pagando SIAE per i diritti d’autore ed SCF per i diritti connessi) LEA e qualunque altra società di collecting non possono richiedere nulla, perché tutta la programmazione quotidiana viene controllata e tracciata.
Convenzionata con Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza c’è Pubblivale Comunicazioni: vedi QUI
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30/06/22