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Avviato il monitoraggio SIA (Stacco Italia Accise), iniziativa promossa da Assopetroli Assoenergia e Figisc Anisa Confcommercio, con il quale si rendono periodicamente noti i dati della rilevazione prezzi del differenziale tra il costo dei carburanti al consumo tra Italia e il resto d’Europa. L’obiettivo è dare a questo strumento la più ampia diffusione per generare, nelle istituzioni pubbliche e nei consumatori, una maggiore consapevolezza di quella che è l’anomalia italiana rappresentata da un carico fiscale eccessivo sui carburanti (benzina verde) che, al netto delle addizionali regionali, è giunto al 60,7% del prezzo al consumo.
Il consumatore italiano sta pagando la benzina 28,2 cent/litro (il 2. dicembre era 26,8) e il gasolio 26,4 cent/litro (il 2 dicembre era 26,1) in più che nel resto d’Europa.
Sulla base dei dati forniti dalla Commissione Europea e dal Ministero dello Sviluppo Economico, la media aritmetica del prezzo al consumo praticato nei 28 Paesi Ue ha posto in risalto che, per quanto riguarda la benzina, del prezzo italiano più alto di 28,2 cent/litro ben 25,8 sono dovuti alle maggiori imposte (accise e Iva) e solo 2,4 ad un maggiore prezzo industriale; per il gasolio, del prezzo più alto di 26,4 cent/litro rispetto al resto d’Europa, per ben 25,3 è dovuto alle maggiori imposte e solo 1,1 ad un maggiore prezzo industriale.
Dal primo marzo scatterà, poi, il primo degli aumenti di accisa sui carburanti varati dal’attuale esecutivo (decreto Fare) che, sino al dicembre 2018, comporteranno ulteriori aumenti per complessivi 1.443,26 milioni di euro di sole accise più Iva. Infatti, con determinazione del direttore dell’Agenzia delle Dogane n. 145733 del 23/12/13, è stato determinato l’aumento di accisa sulla benzina e sul gasolio che decorrerà dal primo marzo sino al 31 dicembre di quest’anno: 0,0024 cent/litro (più Iva).

09/01/14
Categoria: Impresa e Istituzioni

Tipologia: Scenario nazionale

 
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