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Nasce all’interno di Expo Milano 2015 una piattaforma di business e incontro per le Piccole e Medie Imprese italiane del food. Si chiama “Expo incontra le imprese”. 

L’iniziativa è stata presentata il 28 aprile a Milano durante il convegno “Parliamo di food a 365 giorni da Expo”, promosso da Fiera Milano e Tuttofood in collaborazione con Expo Milano 2015, a un anno dall’apertura dell’Esposizione Universale, per fare il punto sull’industria alimentare italiana. 

“Expo incontra le imprese” si propone di mettere in contatto le imprese e le realtà produttive del food Made in Italy con le aziende, le istituzioni e gli investitori dei Paesi partecipanti a Expo Milano 2015, al fine di stabilire rapporti economici, dalla ricerca di sbocchi sui mercati internazionali e controparti estere, alla ricerca di fornitori o compratori in Italia. 

Per dar vita a questo incrocio tra domanda e offerta sarà creato un portale per la registrazione dei soggetti interessati, nonché per la pianificazione e realizzazione degli incontri in occasione dell’Esposizione Universale.  

La Camera di Commercio di Milano e la sua azienda speciale per l’internazionalizzazione Promos saranno i promotori dell’iniziativa, alla cui diffusione, contribuiranno il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Fiera Milano e PwC . Fiera Milano e PwC avranno il coordinamento operativo dell’organizzazione e realizzazione dell’intero progetto. 

La prima interfaccia nell’attivazione dei contatti con le controparti estere saranno i commissari generali dei Paesi partecipanti a Expo Milano 2015, che potranno disporre di una mappatura dei produttori italiani interessati, per ogni mercato. 

Durante il convegno “Parliamo di food a 365 giorni da Expo”, aperto dai saluti dell’Ad di Fiera Milano Enrico Pazzali e dal commissario unico per Expo Giuseppe Sala, è stata presentata da Nando Pagnoncelli una ricerca condotta da Ipsos sul consumatore e l’alimentazione (clicca qui per vedere le slide).

Dai dati, il consumatore di oggi risulta essere  informato, attento agli sprechi e al risparmio ma senza dimenticare la qualità, sensibile alla marca e ai suoi valori, “infedele” rispetto al punto vendita. La ricerca dimostra una contrazione dei consumi da parte delle famiglie italiane. Alla domanda “di quali alimenti si farebbe a meno?” gli intervistati hanno risposto “alcolici” (19%) e “dolci” (11%). Sono tre i bisogni emergenti dei consumatori: ottenere il massimo spendendo meno; lotta agli sprechi, attraverso anche l’acquisto di formati più piccoli e a un maggior controllo della dispensa; più informazione sui prodotti, grazie anche all’uso di Internet e a una più attenta lettura delle etichette dei prodotti.

La marca rimane una garanzia di qualità, anche se solo un consumatore su tre è disposto a pagare di più.

Una forma di risparmio in crescita negli ultimi anni, legata all’attenzione alla salute e al benessere, si realizza attraverso la produzione domestica di prodotti come pizza e biscotti. 

Al convegno è intervenuto poi il presidente della Commissione per l’Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro che ha messo a fuoco il cedimento della quota del food Made in Italy nel commercio mondiale, malgrado l’ottima performance delle esportazioni che nel 2013 hanno superato quota 33 miliardi di euro, +5% rispetto al 2012 e 85 punti in più nell’ultimo decennio (clicca qui per vedere le slide). 

Rimane ancora modesta la quota (12%) delle nostre imprese alimentari che vendono all’estero i propri prodotti, mentre cresce il problema delle barriere di natura economica e non all’esportazioni alzate da molti paesi extraeuropei. Al contempo, l’Unione Europea sta mettendo a disposizione delle misure a supporto della promozione dei prodotti alimentari dei Paesi membri: è stato appena approvato il Nuovo Regolamento per il quale la dotazione finanziaria dovrebbe essere pari a 61,5 milioni di euro per il primo anno per poi arrivare a 200 milioni di euro nel 2020, analogamente a quanto destinato dagli Usa per la promozione dei prodotti alimentari sui mercati esteri nel 2012 e cioè 205 milioni di euro.

Inoltre, l’Ue ha siglato l’accordo commerciale con il Canada, che comincia a produrre i suoi frutti, un ottimo precedente per la conclusione di quello con gli Usa. 

Vincenzo Grassi, Associate partner in PwC, ha presentato una relazione dal titolo “Il food system mondiale. Le opportunità per l’industria italiana sul mercato internazionale, l’agenda operativa”, che ha affrontato i seguenti temi: gli elementi chiave di un processo efficace di internazionalizzazione, le linee di sviluppo del business (innovazione e internazionalizzazione) considerate strategiche in questa fase dai capi azienda, le opportunità offerte dai nuovi mercati (in particolare Cina e Medio Oriente). 

Grassi ha anche affrontato le criticità dell’export italiano, tra cui le barriere commerciali, i sistemi distributivi complessi e frammentati in cui la presenza dei brand italiani è ancora non adeguata alla qualità che caratterizza i prodotti Made in Italy (clicca qui per vedere le slide). 

Alla luce di queste relazioni, è seguita una tavola rotonda dal titolo “Tra globalizzazione e presidio locale: precorsi di crescita per l’industria alimentare” a cui ha preso parte, tra gli altri, il consigliere della Camera di Commercio di Milano Alfredo Zini. 

Dichiarazione di Alfredo Zini: “Il mondo della ristorazione può diventare, in occasione di Expo, una rete d’informazione naturale per gli ospiti della città. Ristoranti come sentinelle del territorio in grado di far conoscere le eccellenze e i sapori di casa nostra. Un ottimo strumento anche per monitorare le sensibilità dei turisti. Serve più attenzione da parte degli imprenditori, manca solo un anno e ancora molti operatori sono impreparati sul fronte delle lingue, della preparazione del listino prezzi per lo meno in lingua inglese. Hanno bisogno di fare uno scatto in avanti per farsi trovare pronti durante l’Expo. Le vetrine dei negozi e dei ristoranti di Milano possono raccontare in tutta la città le qualità del made in Italy, magari anche con dei corner specializzati, nelle diverse zone della città, coi sapori delle regioni italiane”. 

28/04/14
Categoria: Impresa e Istituzioni

Tipologia: Scenario nazionale

 
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