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Il procuratore aggiunto Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia di Milano, nell’intervista di Repubblica Milano del 30 giugno affronta il tema del rischio di infiltrazioni mafiose nell’organizzazione dei Giochi Olimpici 2026 e della necessità di un patto per la legalità.

Alessandra Dolci propone un protocollo antimafia, come quello realizzato in occasione di Expo 2015. “Quel protocollo – ricorda– prevedeva diverse cose, tra cui il fatto che Expo 2015 spa applicasse alle imprese appaltatrici sanzioni pecuniarie nel caso di inosservanza degli obblighi di comunicazione preventiva alla Prefettura dei dati relativi alle società subappaltanti. Prevedeva poi il controllo degli accessi nei cantieri, la creazione di una piattaforma informatica con tutti i dati delle aziende appaltanti, l’obbligo di denuncia di ogni tentativo di estorsione o intimidazione.”

Nello specifico caso di Milano Cortina 2026 propone un patto per la legalità, con l’obiettivo di abbattere la domanda di servizi illegali che la criminalità organizzata è in grado di fornire: dal movimento terra al packaging, dalla logistica all’allestimento di stand. Tutti quei servizi a bassa tecnologia e ad alto uso di manodopera o mezzi d’opera.

Alessandra Dolci ricorda che per scoprire illeciti, e in particolare intestazioni fittizie, gli strumenti più efficaci sono l’amministrazione giudiziaria e la prevenzione collaborativa. Quest’ultima è uno strumento più soft, meno invasivo. Si applica solo nel caso in cui l’influenza mafiosa è ritenuta occasionale. L’amministrazione giudiziaria, invece, può essere richiesta dalla Procura se un’impresa agevola soggetti indagati per mafia o per altri gravi reati.

12/07/22
Categoria: Impresa e Istituzioni

Tipologia: Milano Provincia

 
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