L'Informatore

marzo 2018 123 Studi Formazione / Studi 130mila unità annue dal 2035 in avanti. In totale sarebbero 6,7 milioni gli emigrati dall’Italia nell’intero arco di proiezione” (Istat, il futuro demografico del Paese, Collana Statistiche Report, aprile 2017, pagina 5). Il progressivo invecchiamento della popolazione italiana dovrebbe arrestarsi nel 2045, quando la quota di popola- zione over 65 raggiungerà la soglia del 33,7%, 11 punti percentuali in più rispetto alla situazione attuale. L’uscita della generazione del baby boom sarà ritardata dal fenomeno dell’aumento della sopravvivenza, in quanto si prevede che la vita media salga da 80,1 anni a 86,1 anni per i maschi e da 84,6 anni a 90,2 anni per le femmine. La curva blu rappresenta l’andamento della mediana della quota percentuale di popolazione over 65, le linee azzurre perpendicolari ad essa esprimono l’intervallo di confidenza, la distanza tra il valore minimo atteso e il valore mas- simo atteso, che aumenta al passare del tempo, 0,5 pp fino al 2025 per poi salire inesorabilmente fino a toccare i 7 pp dal 2045 in avanti. Sintesi conclusiva Lo scenario mediano della Lombardia non ripropone fortunatamente lo stesso risultato di quello nazionale. Nella nostra Regione la popolazione resta stabile intorno ai 10 milioni di unità (10.008.349 nel 2016, 10.213.229 nel 2065) a causa dei maggiori flussi migratori stranieri che interesseranno le aree più ricche del paese, tra cui la Lombardia occupa una posizione di primo piano. Anche l’economia lombarda dovrà, tuttavia, fare i conti con gli effetti che l’invecchiamento demografico e l’immigra- zione straniera produrranno sulla struttura dei consumi privati e sulla spesa pubblica per la previdenza, la sanità, l’istruzio- ne e le politiche sociali. Fortunatamente il processo si sviluppa su un arco di tempo lungo, 50 anni, ma è importante prefigurare oggi il futuro scenario di mercato, mettendo in campo gli strumenti dell’analisi economica per delineare le previsioni demografi- che nel contesto locale e anticiparne i possibili effetti sulla domanda e, quindi, sul sistema delle imprese nella loro intera- zione competitiva di settore e di filiera. Ufficio Studi Unione Confcommercio MI LO MB intende fare proprio questo compito per fornire indicazioni utili alle decisioni di investimento delle piccole e medie imprese del terziario di mercato.

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